ALCUNE DELUCIDAZIONI SULLA TECNICA AUDIOCROMATICA


Nella didattica audiocromatica sappiamo che l’intento è quello di educare al suono tramite il colore affinando il più possibile le proprie percezioni sensoriali; il tutto è diretto ad attività volte a stimolare la capacità sinestetica tra vista e udito.

Attraverso tali attività è possibile ottenere un prodotto sonoro finito anche senza conoscenze musicali tecniche; questo permette di gratificare in modo immediato lo studente che parteciperà alla fase creativa in tutte le sue forme e in tutti i suoi passaggi.

Nella maggior parte delle composizioni realizzate dagli studenti delle classi di Faeto, sono state inserite delle basi ritmiche al puro scopo di rendere più accattivante il lavoro, ma soprattutto renderlo più vicino al mondo musicale giovanile.

Si è di fatti constatato che i ragazzi lavorano con maggior interesse se il lavoro è diretto alla realizzazione di un prodotto sonoro con elementi ritmici riconducibili in generale alla musica dance, questo porta il loro lavoro nell’arte di consumo di tutti i giorni e rende l’operato assolutamente contestualizzabile nel mondo sonoro al quale solitamente si sentono più vicini e più attratti.

La scelta stessa dei suoni da abbinare ai colori, è indirizzata verso sintetizzatori virtuali in modo da avere a disposizione un’ampia varietà di effetti sonori di ogni tipo, questi riescono ad attrarre maggiormente l’attenzione e l’interesse rispetto a sonorità riferite a strumenti acustici.

 

Nella realizzazione delle tracce si è suggerito di suonare solo i tasti bianchi della tastiera, tale stratagemma permette di evitare troppi urti di dissonanza che renderebbe l’insieme delle tracce troppo sgradevole e comunque faticoso per l’orecchio.

Ne deriva che queste composizioni musicali didattiche presentano un carattere modale molto libero, in tal modo è possibile educare alla dissonanza rimanendo in un ambito armonico non troppo complesso da sostenere a livello uditivo.  

Possiamo quindi affermare che la didattica audiocromatica non educa solo al suono e al colore ma indirettamente anche all’aspetto armonico, di fatto i ragazzi si trovano a produrre vere e proprie composizioni sperimentali elettroniche di una certa complessità.